Last Updated on 10/12/25 by Mario R. Storchi
Il tuo cane dovrebbe stare il più possibile insieme a te, ma sappiamo che ciò non è possibile: lavoro, viaggi, altri impegni ci obbligano a lasciare il cane da solo per periodi più o meno lunghi.
Alcuni cani, quando sono lasciati da soli, manifestano comportamenti insoliti che sono genericamente catalogati come “ansia da separazione” o “disagio da separazione”. Si tratta di una ampia serie di comportamenti, che vanno dall’abbaiare al guaire, dallo sporcare la casa a danneggiare oggetti di arredamento, dal tremare allo sbavare, da tentativi di fuga a comportamenti compulsivi che possono anche danneggiare il cane, come leccare o mordere alcune parti del proprio corpo e così via, comunque ascrivibili a un forte senso di angoscia provato dal cane.
I problemi comportamentali legati alla separazione sono più frequenti nelle razze da compagnia e in genere nei cani che sono stati adottati dopo essere stati precedentemente abbandonati dai loro proprietari.

Trattandosi di disturbi la cui causa è evidente – l’abbandono temporaneo e il conseguente stato di angoscia del cane – anche i rimedi sono intuibili, perché consistono nel cercare di lasciare meno solo il cane, nel tenerlo occupato quando è da solo e nell’aiutarlo a gestire le sue paure.
Una prima pratica da seguire è cercare di abituare progressivamente il cane alle nostre assenze, collegando alcuni segnali a delle sensazioni positive. Molti cani imparano che alcune azioni del proprio amico umano indicano una possibile separazione: prendere le chiavi di casa o dell’automobile, indossare un soprabito o delle scarpe, ecc. Perciò, quando abbiamo un po’ di tempo da dedicare al nostro cane, ripetiamo quelle azioni che riteniamo il nostro cane possa aver associato alla nostra uscita di casa, dirigiamoci alla porta complimentandoci con il cane – con carezze o un bocconcino premio – usciamo di casa e dopo qualche secondo rientriamo, complimentandoci di nuovo con lui. Questa operazione va ripetuta costantemente nel tempo, più volte al giorno, per più giorni e più settimane, incrementando volta per volta il tempo che intercorre tra quando usciamo e quando rientriamo in casa: pochi secondi, poi pochi minuti, poi un quarto d’ora e così via.
Quando al nostro rientro progressivamente più lungo verificheremo che il cane ha dato nuovamente segni di ansia (abbaia, guaisce, ecc.), una volta rientrati in casa NON complimentiamoci con lui ma ignoriamolo, dopo di che la prossima volta torniamo indietro di un livello. Come è facilmente comprensibile, l’obbiettivo di questo esercizio di lungo termine è fare in modo che il cane associ le nostre momentanee assenze a sensazioni positive.
Un’altra tecnica che va affiancata alla prima – quindi senza sostituirla, ma accompagnandola – è cercare di tenere occupato il cane quando è da solo. A tale scopo possiamo lasciare una radio o una televisione accese a volume basso, se saremo assenti quando è buio lasciamo accese delle luci in casa. Ancora più utile è lasciare al cane degli oggetti da masticare (la masticazione riduce fortemente lo stress nei cani), preferibilmente diversi da quelli del giorno prima. Ciò non significa doverne acquistare costantemente di nuovi, ma solo alternarli a distanza di alcuni giorni, che saranno sufficienti per il nostro cane a ritenerli nuovi. Molto utile è anche il ricorso a giocattoli tipo il Kong® o il Buster Cube® al cui interno si può mettere del burro di arachidi, pezzetti di formaggio, croccantini o pezzi di biscotti per cani.
Se decidiamo di usare un giocattolo della ditta Kong ® ricordiamoci che è importante fare attenzione al colore del giocattolo. Infatti, la ditta usa toni pastello per i giocattoli destinati ai cuccioli, il rosso per i cani adulti e il nero per indicare giocattoli praticamente indistruttibili. Un altro vantaggio dei giocattoli Kong ® (a cui non siamo legati da alcun rapporto commerciale!) è che sono in genere lavabili in lavastoviglie.
Se disponiamo di uno spazio esterno sicuro dove il cane può rimanere in nostra assenza, possiamo provare a creare un minipercorso a ostacoli – con un tunnel, una rampa, costruiti anche con materiali di risulta – che terrà favorevolmente occupato mentalmente e fisicamente il cane in nostra assenza.
Se in nostra assenza il cane danneggia in qualche modo la casa – ad esempio masticando oggetti di arredamento o urinando – possiamo chiuderlo in una gabbia quando siamo assenti. Come abbiamo spiegato nel capitolo dedicato all’addestramento, la gabbia non va ritenuta una punizione perché, se correttamente introdotta può essere identificata dal cane come una sua tana naturale.
Se queste tecniche non risolvono il problema, possiamo cercare di affrontarlo rimuovendo la sua causa e quindi non lasciando il cane da solo. Se si è certi di poter curare il mantenimento di un altro cane, in termini sia di tempo che di impegno economico, la scelta di prendere in casa un altro cane – non necessariamente della stessa razza – favorirà la socializzazione del nostro cane, diminuendone drasticamente l’ansia di separazione. In generale i cani si dimostrano socievoli nei confronti di propri simili, anche di razza diversa, ma vale sempre il principio per cui ogni cane ha una sua propria personalità, per cui non è possibile escludere che in alcuni momenti della giornata i due cani possano ringhiarsi a vicenda per affermare il proprio predominio.
Valutiamo anche il ricorso a dog sitter o ad asili per cani. Nel primo caso, si tratta di persone che in genere vengono a prendere il cane e poi lo riconsegnano al nostro ritorno, provvedendo anche a portare il cane fuori per una passeggiata e per fare i propri bisogni, nonché eventualmente fornendogli il cibo che noi gli abbiamo dato. In alcuni casi il dog sitter può offrirsi di rimanere a casa nostra per il tempo che è necessario, ma ovviamente occorre accertarsi in questi casi che si tratti di persone di nostra assoluta fiducia., come ad esempio capita se si tratta di parenti, amici o vicini che spesso si offrono spontaneamente.
Gli asili per cani funzionano un po’ come quelli per i bambini: lasciamo il nostro piccolo quando andiamo al lavoro e lo torniamo a prendere al rientro a casa. Molti di questi ricoveri temporanei offrono anche altri servizi come bagno, toelettatura, addestramento, ritiro e riconsegna a casa. Ben più importante, però, è verificare con una nostra visita diretta se l’ambiente è pulito, se i cani ospitati appaiono felici, se dispongono di un loro spazio personale con una cuccia e alcuni giochi, chiedere come sono gestite eventuali emergenze mediche.
