Last Updated on 12/12/25 by Mario R. Storchi
Nei paesi economicamente più progrediti, si calcola che mediamente un quarto dei proprietari di cani rinunciano a essi; in Italia i dati più recenti forniti dalla Lega Anti Vivisezione parlano di circa 50.000 cani abbandonati all’anno, l’80% dei quali rischia di morire per incidenti, stenti o maltrattamenti.
I motivi dell’abbandono sono molteplici. Limitandoci ai più frequenti troviamo i problemi di salute legati al proprietario, che si può essere ammalato al punto di non potersi più occupare del cane, o addirittura può essere morto, oppure si sono verificati casi di allergia al pelo del cane. Abbiamo poi le cause legate al lavoro: il proprietario deve ad esempio traslocare in una casa in cui i cani non sono ammessi, oppure avrà un lavoro che non gli permetterà di continuare a prendersene cura, oppure dovrà trasferirsi all’estero. I motivi più frequenti sono però legati a comportamenti inattesi del cane: morde o comunque è aggressivo nei confronti di persone o altri animali, abbaia in continuazione, è un masticatore distruttivo, scava nel giardino, ecc.

Al di là dei motivi specifici dell’abbandono, spiace constatare che molto spesso ci sono errori di base, come una scelta errata della razza, una sopravvalutazione delle proprie capacità di vivere con un cane, oppure l’aver ricevuto il cane come regalo da una persona che non si è curata di accertare prima se quel cane era giusto per quella persona o famiglia.
Alcuni proprietari agiscono in maniera responsabile e cercano di trovare una nuova casa al cucciolo che stanno per abbandonare, chiedendo a parenti, amici, in alcuni casi con un annuncio su Internet. La maggior parte dei cani finisce però nei rifugi. Non manca una limitata ma gravissima e delinquenziale percentuale di abbandoni per strada o in luoghi isolati, nonostante che da anni l’abbandono di un cane è un reato punito con una multa fino a 10.000 euro o con l’arresto fino a un anno.
