Last Updated on 11/12/25 by Mario R. Storchi
Anche se alcuni proprietari ritengono crudele utilizzare una gabbia per il loro cane, in realtà essa offre al cane un luogo sicuro dove rifugiarsi quando è stanco o nervoso, lo abitua a rimanere tranquillo se avremo la necessità di portarlo in un trasportino durante un viaggio e può contribuire a ridurre l’ansia da separazione quando resta da solo.
In un certo senso, uno dei maggiori problemi della “gabbia” deriva dal suo stesso nome, che inevitabilmente la associa a una detenzione forzata. Anche per questo motivo, a volte la si confonde con altre strutture destinate ai cani, come i kennel o i recinti. Chiariamo perciò che, in linea di massima:
- la gabbia è una struttura robusta, in metallo o plastica, chiusa su tutti i lati ma dotata di una porticina, utilizzata principalmente in casa;
- il kennel è un sinonimo di trasportino, realizzato in tessuto, plastica o, più raramente, metallo ed è principalmente utilizzato per il trasporto del cane in auto, treno o aereo, anche se molti chiamano “kennel” anche le vere e proprie “gabbie”… per non usare quest’ultimo termine;
- il recinto è una struttura più ampia, solitamente in plastica o metallo, aperta nella parte superiore, utilizzata per offrire un’area di gioco sicura a cuccioli o cani di taglia molto piccola.

Ciò non toglie che, se proprio ci dà fastidio usare il termine “gabbia”, possiamo chiamarla “cuccia”, anche se quest’ultima per definizione è una struttura aperta, che non prevede una chiusura che impedisca l’uscita del cane. L’importante è che la gabbia resti generalmente aperta per consentire al cane di esplorare fuori e dentro di essa e che sia il più possibile ariosa, perché tra una gabbia chiusa e una gabbia con le sbarre, diversamente da noi il cane preferisce quest’ultima, perché gli permette di non sentirsi isolato. Sul fondo della gabbia va messo qualcosa di morbido, come una coperta o un asciugamano. Al suo interno va collocata una ciotola con acqua fresca e pulita e qualche giochino masticabile. Le dimensioni della gabbia devono consentire al cane di poter girarsi e sdraiarsi senza difficoltà anche quando avrà raggiunto l’età adulta, senza però essere inutilmente eccessive, per evitare il rischio che il cane possa utilizzarla anche per i suoi bisognini.
Sistema la gabbia in casa, lasciala completamente aperta e comportati come se non ci fosse nulla di insolito. Curioso per natura, il tuo cane si avvicinerà e la annuserà per controllarla. Inizia a dargli da mangiare vicino alla gabbia, mettendo la ciotola con il cibo prima davanti a essa, poi pian piano al suo interno, vicino all’apertura.

Per abituare il tuo cane alla sua nuova “stanza personale”, lanciagli dentro qualche piccolo bocconcino o un giocattolo e sistema al suo interno un tuo vecchio capo d’abbigliamento, in modo che possa sentirne l’odore. Nei primi tempi evita di chiudere la porta della gabbia.
Quando il cane sembrerà essersi abituato, sarà il momento di insegnargli ad andare e a rimanere nella gabbia. Il comando deve essere breve e chiaro, ad esempio: “Cuccia!”. Come tutti gli altri comandi, va pronunciato senza urlare ma con tono deciso. Le prime volte, dopo averlo pronunciato, prendi delicatamente il cane e portalo nella sua gabbia, complimentandoti con lui quando è all’interno, ad esempio accarezzandolo oppure dandogli qualcosa con cui giocare.
Puoi anche abbinare il comando “Cuccia!” al momento dei pasti, disponendo la ciotola vicino la cuccia o all’interno della gabbia; in questo modo il cane assocerà la gabbia a un’esperienza positiva come il mangiare. La prima volta che chiudi la porta della gabbia mentre il cane sta mangiando, aprila appena ha terminato. Le volte successive aumenta progressivamente il periodo di tempo tra il momento in cui il cane ha smesso di mangiare e quello in cui apri la gabbia. Non farti impietosire da un eventuale piagnucolio del cane, perché in questo caso il cane imparerà che piagnucolare è il trucco per uscire dalla gabbia.
Una volta che il cane avrà cominciato ad abituarsi a rimanere nella sua gabbia, senza uscirne sin quando non la apriamo, potrai insegnargli a rimanere nella gabbia anche nei periodi in cui non sei a casa o durante la notte. In entrambi i casi, occorrerà procedere in maniera progressiva, aumentando man mano il tempo di permanenza del cane nella gabbia e la nostra distanza da essa.

Ad esempio, le prime notti puoi porre la gabbia nella tua stanza da letto, per poi spostarla appena fuori da essa, in modo che il cane sappia che gli sei vicino. Successivamente potrai spostare la gabbia nel posto definitivo che hai scelto.
Se abbiamo la necessità di lasciare il cane chiuso nella sua gabbia quando siamo fuori di casa, facciamo in modo che le prime volte la nostra assenza duri solo qualche minuto, per poi aumentare man mano il tempo. In ogni caso, anche se può risultare difficile, evitiamo di associare la chiusura e l’apertura della gabbia a particolari cerimoniali (carezze prolungate, saluti, ritorni immediati appena il cane comincia a lamentarsi o piagnucolare), in quanto per il benessere del nostro cane egli deve vivere i due momenti della chiusura e dell’apertura della gabbia come del tutto consueti, senza nessuna ansia da separazione o ricongiungimento. Se programmiamo di stare fuori per un periodo abbastanza prolungato, portiamo il cane a fare i suoi bisogni prima di chiuderlo nella gabbia.
Infine, ricorda due cose molto importanti a proposito della gabbia:
- Non va mai usata come strumento di punizione; perciò, non chiudere mai il cane nella gabbia per rimproverarlo e evita anche di urlargli contro quando si trova nella gabbia.
- A parte la notte, non lasciare il tuo cane chiuso nella gabbia per molto tempo; ricorda che un cane adulto può trattenere i suoi bisogni anche per più di 6 ore, ma un cucciolo può resistere solo per un paio d’ore.
I barboncini nelle scatole sono Kayon e Rey (di Giovanna Ascione).
Il barboncino addormentato è Lady (di Gloria Promutico).
