Last Updated on 12/12/25 by Mario R. Storchi
In genere i responsabili dei canili e i volontari dei rifugi ti chiederanno di firmare un “contratto di adozione”, che serve per sottolineare la responsabilità che ti assumi nei confronti del cane. La maggior parte dei contratti di adozione include le informazioni che permettono di identificare il cane e il suo futuro proprietario. Saranno perciò indicati razza o perlomeno aspetto del cane, tipo e colorazione del pelo, sesso e soprattutto la presenza del microchip di identificazione. A tua volta dovrai comunicare il tuo nome, l’indirizzo, il numero di telefono e altre informazioni simili.
Nel contratto potrebbero anche essere ricordate le principali responsabilità del proprietario di un cane, ad esempio assicurargli le cure veterinarie eventualmente necessarie, provvedere a una adeguata alimentazione e toelettatura, non fargli mai mancare il contatto umano e l’affetto e l’obbligo di custodia e detenzione in sicurezza.

Alcuni canili e rifugi più coscienziosi precisano nello stesso contratto che nel caso in cui l’adozione si riveli insoddisfacente dopo i primi giorni o settimane, il cane può essere restituito. La restituzione di un cane da poco adottato non è un evento infrequente ed è il motivo per cui ho sottolineato l’importanza di scegliere nel canile o nel rifugio con calma e riflettendo con attenzione.
Se, nonostante tutto, dopo il primo periodo di convivenza ti dovessi accorgere che ci sono gravi problemi che ti impediscono di tenere con te il cane e che questi problemi non possono essere risolti neppure consultandoti con un professionista (educatore cinofilo, medico veterinario, ecc.), avvisa il canile o il rifugio della tua intenzione di restituire il cane. Quando lo riconsegni, porta con te i documenti di adozione, eventuali certificati sanitari di vaccinazioni o visite che hai fatto eseguire e non dimenticare di portare i suoi giocattoli preferiti. È normale che i responsabili o i volontari ti chiedano i motivi di questa scelta, vogliono essere anche loro sicuri che non c’erano soluzioni praticabili; non è invece né normale né accettabile che sollecitino il tuo senso di colpa per indurti a mantenere il cane: vivere con un cane che non va bene per te non provoca disagi solo a te, ma anche alla tua famiglia e al cane.
